10 agosto 2017

La crisi dell'editoria e del periodismo in ispecifico
Per festeggiare che sarà la 300milionesima volta che qualcuno ma sui social dice la cretinata che è meglio il libro di carta per la sensazione di averlo tra le mani, mi appunto che è scoppiata la crisi dell'editoria ma senza nessuna correzione se non quella ricevuta, inaspettatamente dalle banche che, come al solito, è scarsa.

E raro che Bubboni debba constatare di aver ricevuto informazioni errate che lo portavano a opinare chemmai ci sarebbe stata una crisi editoriale di tali proporzioni.
Infatti la prensa ma gratuita sembrava in grado, sia pure con dei limiti di formato, di sopperire a tutte le necessità editoriali proprio grazie alla sua abbondanza.

E invece nulla è bastato: il cestino della carta è vuoto e i vetri gridano al cielo "laveme! lavame!" (perché i vetri parlano nella lingua madre, che io non parlo, non l'ho mai capito ma tantè).

E dire che lo dicevano che quello dei periodici online era passeggero, che il popolo voleva la carta, e tutto. Ma io mi ostinavo che la diffusione dello schermino a pile e al massimo al prensa gratuita (e melero già appuntato) avrebbero risolto tutti i problemi. Inoltre la crescita del commercio online si fonda anche su grandi pezzi di carta che possono essere sottratti a esercizi di parole malscritte e poco imparate per ridare chiarezza e luminosità alle cose.

Nulla: poi la prensa gratuita non la prendi, poi la carta degl'imballi è poca e allora resta solo un bilancio ma bancario che sembra, come gliè proprio, abbastanza poroso da servire alla bisogna.

Ma non è la stessa cosa. La carta è troppo spessa, le pieghe del bilancio sono troppo profonde e il vetro si netta, ma a fatica.

Vabbé, per far fronte alla crisi editoriale occorre pianificazione e ordine: la prossima volta prima di criticare il medio mi assicuro di averne una scorta.

Del resto chi dice quello del libro cartaceo:
- ha letto l'ultimo libro qualche anno fa ma proprio ora nonne ricorda il titolo;
- oppure nonna mai traslocato in vita sua, anzi vive felice in una cantina con i suoi libri cartacei;
- oppure fa la tiritera sulla carta, ha in casa dei libri che probabilmente si sono incollati allo scaffale anni fa senza che nessuno sene accorgesse, poi prende il telefonino e si legge pure la mano con quello.
  
Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -