01 luglio 2016

Variatio propagandi temporum
Era tempo che non sentivo l'aradio ma delle pizze. Così nonnmi ricordavo che per evitare di rimbambire per la troppa propaganda facevo un gioco.

Mentre i bubbi dicono le notizie allora penso a cosa è falso e perché. Non posso fare esempi ma pensare, perquanto sconsigliato, non è formalmente vietato neppure nelle democrature a patto che non si veda da fuori. Comunque un po' si capisce. Ad esempio l'aradio dice i dati ma statistici e pensi quali indicatori stanno trascurando, quali sembrano una cosa se uno non conosce il linguaggio ispecifico ma sono un'altra, quali numeri non hanno confronto così sembrano grandi o piccoli ma perché non sai i valori normali, ecc.

Non sempre so cosa è falso e ogni tanto ci sono delle notizie "vere" nel senso che servono a riempire lo spazio delle notizie imporanti che non si possono dire ma dipersè non sono false. Ma comunque mi sono ricordato che riuscivo ad appuntarmi la falsità prima della fine della notizia o anche solo a ricordarmi di verificare le cose facilmente sospette.

Ora però mi appunto tre cose.

- Non riesco più. Sarà che ho perso allenamento, sarà che la massa di notizie false è continua e nonndà tregua mannon riuscivo a completare la risposta prima della notizia successiva ancora più colossale e falsa.

- Miero appuntato di come l'immersione nella propaganda fa si checchi cisi oppone lo faccia a partire dalla propaganda stessa, perché incapace di riconoscerla e di cercarsi un migliore terreno.
E' un po' come se uno non conoscesse SuZu e allora giocasse sempre sul terreno che il suo avversario gli ha magnificato e si lamentasse che perde senza capirne la causa sistemica ennon incidentale.
Allora la propaganda imposta un discorso che poi nel tempo sembra anche critico ma rispetto da una falsità originaria che sidà per più che vera, assiomatica.

E' anche un corollario della redutio ab rationalitatis tipica di chi, onesto ma privo di acume politico, percepisce un problema inconsciamente, deve anche dire che la propaganda è vera e quindi la ritrasforma come serve in modo da dargli un senso logico. La ritrasformazione è fatta con una memoria selettiva e altri meccanismi tipici, ma qui è un po' diverso.

La propaganda crea una visione collettiva, condivisa e indiscutibile. Su quella si poggiano i messaggi successivi (sine obligus coerentia, per altro, ma con una inerzia di ritrasformazione non nulla quando, ad esempio i vecchi nemici diventano amici).

Questa visione bennimparata dal bubbo che poi nonnha bisogno di risentirla per intero perché le nuove bubberie la potranno usare direttamente e solo un piccolo accenno sarà bastante.

- Commè noto slogan del liberismo è "Non c'è alternativa" mannon ne vedevo la pervasività. E' uno slogan frattale che si insinua in tutto, dall'organizzazione degli stati, allo smantellamento liberista delle infrastrutture comuni, alle forme economiche e lavorali, a tutto. A tutto "non c'è alternativa" che non sia quella del Partito, compreso il Partito stesso o le persone chenne sono la parte visibile. E' bubbo come se lo slogan fosse falso lo sarebbe, come un frattale, tutto l'organismo.

E se fosse bubbo? Allora sarebbe

Troppo bubbo!
- Leggere bubbo rende bubbo, anzi troppo bubbo -