31 agosto 2014

Visio Bubbonis
Io Bubboni, hoy trenta e uno di agosto
due ore prima della sveglia
ebbi una visione e questa visione è vera
perché è scritta su Internet.

Verba volant, visio manifesta,
Internet lo attesta,
in visio veritiatis.


Si aprirono i cieli e vidi
una folla di agnoli che ninguo potea contare,
ma mi fu detto che erano cinque volte 1439.

E cinque angoli mi si avvicinarono
e uno levava uno straccio colorato
e uno una tableta
e due un cibo cadauno
e uno un calice doro.

E quelli col cibo mene diedero
ed era buono da mangiare,
e quello col calice mene diede
ed era buono da bere.
E quello con la tableta
mostrommi lo schemo e cerano
frasi di saggezza scritte nelle lingue
ma anche dei segnetti
e io capivo
e io le gustavo.

E a gruppi di cinque tutti gli angoli
vennero e io mangiai, bevvi e lessi
ed erano cinque volte 1439.

Ed erano buoni i cibi e io li mangiai
ed erano buone le bevande e io le bevvi
ed erano sagge le frasi e io le capii.

E allora mi fu detto che erano
li radunate tutte le nazioni
passate, presenti e future e
io mene rallegrai.

Allora si udì una musichetta istupida
e il cielo si fece cupo
e tutti gli agnoli sparirono dalla mia vista.

E cinque angoli brutti comparvero
ed erano gradassi e
uno reggeva uno straccio colorato
e due un cibo cadauno
e uno un calice bipartito
e un un libro ma di carta.

E uno col cibo venne e mi diede una
pizza fatta con troppa acqua e cotta male
e con la mozzarella ma dei pacchetti
e con il pomodoro ma del barattolo
ed io mene disgustai.

E uno col cibo venne e mi diede un
formaggio stagionato
ma avvolto in cinque dispositivi antitaccheggio
e io nonne potei mangiare
e mene disgustai.

E venne quello col calice bipartito
metà era di cartone e plastica e metallo e
cera una bevanda orrenda e mene diede
e io mene disgustai.
E metà era un calice doro
con un tappo colla serratura
che si apriva con una chiave doro.
E io non avea la chiave doro
e nonne bevvi
e mene disgustai.

E venne l'agnolo con il libro
e io ne ebbi paura perché era di carta
e temea per le ditina.
E mi disse con voce istupida "Leggi!".
E io non capia le parole,
e io nomi e le cose.
Mammi parea tutto sciocco e vano.
E le pagine giravano come un turbinio
e io non capia e mene stavo confuso.
E poi apparve nel libro ma di carta
"SPORT"
e io volsi la testa.
E un agnolo venne e mi colpì
e mi torse la testa
e io vidi una massa di parole
senza senso che mi provocavano noia
e mi girava la testa e l'agnolo mi
colpiva perché non traessi lo sguardo da
cotanto schifo e noia.

E poi il libro ma di carta fu chiuso
e gli agnoli orrendi iniziarono una lagna
tanto orrenda quanto stonata.

E cantavano senza fine
"Memento moris
Bubbo Bubbonis"

E poi gli angnoli divennero una bestia orrenda
con una testa e tre colli
e ali ma al contrario
così che più le movea
e più si conficcava.

E su un collo cera iscritto
MAFA
e un collo cera iscritto
PARTIO
e su un collo non cera scritto
il nome del potere che non si può dire
e perterra la lettera I e
la lettera T
ché neanche nelle visioni
sono capaci di fare le cose che
non si rompono.

E la bestia avea due denti
e la loro base
era di conti allestero
e la loro forma era di altissime torri
di cemento e merda
ed erano avvolte nella carta bollata
chele avvolgea senza fine
e senza senso.

E io nulla potea
e la bestia orrenda venia per mangiarmi
quando sentii un fruscio leggero
f..u..h, f..u..h, f..u..h
e poi divenne un vento forte
tuh, tuh tuh
e poi un turbine violento
TUH, TUH, TUH
e io non potea muovermi e mi schiacciava a terra
come la bestia con ali alla rovescia.

E poi riuscii ad alzare la testa
e credeva di vedere mille aquile possenti
tanta era la forza del turbine e il rumore
TUH, TUH, TUH
e vidi che era.

Ed erano delle tessere rotanti
ed erano nere
ed avevano scritte in giallo
tutte le lettere e i numeri e i simboli del mondo
e ruotavano sempre più forte
e il vento mi schiacciava a terra
TUH, TUH, TUH
e due tessere si fermarono con un suono
di mille torri d'acciaio che cadono
e le altre tessere
seguivano a ruotare
e il vento mi schiacchiava a terra
TUH, TUH, TUH.
 
Ma io vidi che le lettere ferme erano
la T e la R
e svenni.

Ma siccome era una visione
che è vera perché
è scritta su Internet
allora non caddi e seguii a dormire
perché mancavano due ore alla sveglia.

Ma ancora sentii
pure da svenuto
e addormentato
una voce possente
come di rombo di tuono
che dicea
"TROPPO BUBBO!"