22 giugno 2014

Alla fine del bubbo
Uno dei concetti essenziali del pensamento bubbo è che anche quando tutto sembra male, ma in realità c'è spazio perchè sia poi bene. Solo che subito non si capisce.

Mi appunto due casi recenti che esplicano come non bisogna proprio perdersi da nimo e poi uno, se è bubbo, lo consegue.

1) Quello delle [cose da bruciare, ma nei propri polmoni]. Sembra disperato: las leyes che prevenivano l'attività nei spazi lavorali, il calo che sembrava che i bianchi non erano un mercato ma solo i poveri (che sono sì tanti e costa poco se muoino ma sono anche poveri), e tutto. Mappoi, grazie ad un lavoro intenso e competente e non al caso o alla passività, ora il numero cresce e tra i pampini (che poi sono più correttamente chiamati compratori futuri).
Cardine di questo lavoro è quello di pagare i corsi contro nelle scuole.
Bisogna essere capaci per vedere che i corsi contro sono un'occasione di parlare esattamente ai consumatori potenziali e poco rileva che sia "contro". Ma sopratutto bisogna(va) non disperare e lavorare solo e loro lo hanno fatto. Ovviamente per diffondere malattie e morte, ma quelli che avrebbero dovuto fare il contrario sono così trulli che neppure si pongono le signenza di diventare furbi prima di fare cose cheppoi magari sono maligne.

2) Anche la guerra mondiale pareva un prodotto impossibile da vendere. Più di regni e miti nazionali sembrva difficile e, anche qui grazie al lavoro sodo, un massacro inutile è pagato che lo spiegano dai ministeri della guerra di tante nazioni che cercano soldati.
Solo mi appunto che se l'approccio dei trulli fosse quello di questo enlace il gioco non funzionerebbe ma invece i trulli sono li coi poveri soldati che poi muoino e non capiscono che è esattamente quello che buscavano alla guerra.

Così, ancora una volta, dal male nasce il bene nell'eterna lotta per vedere le cose in modo bubbo, anzi

Troppo bubbo!