17 maggio 2013

Nell'aria
Cera un aria strana ieri sera. Forse era che aveva piovuto e faceva un po' freddo ma che sarebbe quando fa caldo e la luce fossanche nella città gianduiotta non era corrispondente al clima.
Ma forse è che la situazione economica è perennemente cambiata. I suoni non sono gli stessi dell'antichità remota e uno, seè bubbo, lo percepisce. Ci sono meno auto e meno autobus in giro che non hanno i soldi per la benzina, i soliti negozi chiusi, la birreria istorica ha licenziato le bubbe in cucina perché il padrone non cela fa più a pagarle, domani (che poi in realtà sarebbe oggi) è venerdì e tanti non li trovi perché l'azienda il venerdì è chiusa e allora i suoni cambiano, pocopoco ma non sono gli stessi.
Come una volta tanti avevano un telefonino che ora i capi dell'azienda hanno fatto troppi errori e quasi non cè più e quella suoneria di default non la senti più, ma così a caso non perché la cerchi ma non la senti più perché non cè in modo diffuso.

Poi magari sono io che la luce che non corrisponde al clima mi confonde, ma forse una nuova soglia è stata superata e mi sembra di vedere quelle città che cera una miniera quando non cè più, è tutto chiuso, ma il tempo non ha ancora fatto cadere le persiane e i monelli rotto i vetri.

Miravo una articolo che uno parla, ma perché la usa da tempo, di una macchina ma elettrica. Amme delle macchine mene importa pochissimo, ma l'ho letto perché mi colpisce che uno fa da tempo un esperienza diversa, che cerca le prese, che capisce le cose. E qui, se guardo fuori della finestra, nessuno ha fatto quell'esperienza. Qui, che quando ero pampino e aprivi il cofano dietro subito passava uno che quel motore lo sapeva e lo capiva perché ci lavorava. Qui, che ho avuto per anni una macchina a doppia alimentazione (benzina e spinta) e quando spingevo sempre qualcuno mi aiutava o dava consigli (che senon sai come spingere o come ripartire serve anche).

E diventa normale, ma non qui, che ti arriva una mail con le informazioni genetiche nuove ma per te, tipo che sei bubbo, che muori e tutto. Ma qui no, non è capito più della differenza tra tick e cross o perché un antico CD tray sembra un porta tazza.

Poi chissà, non ho dubbi che sene perderanno i segni di comera questo precipitare ma neppure ho dubbi che i suoni piccolipiccoli sono cambiati per sempre ma non nella forma (che è naturale) ma nella natura (che è specifico del luogo).

Troppo bubbo!