13 gennaio 2013

Mai come inevitabile
Miravo di quello che hanno fatto suicidare oggi minacciandolo di 30 anni di carcere per il solito ipotetico "crimine" comunque senza vittime.
Io non è che lo conoscessi ma il suo lavoro sì, come tutti, e non si può che riconoscere che, come dice la dichiarazione della famiglia, "He used his prodigious skills as a programmer and technologist not to enrich himself but to make the Internet and the world a fairer, better place."

Ne ricordano anche "his refusal to accept injustice as inevitable".

E' interessante che proprio adesso che la propaganda tamburella senza sosta l'idea che la situazione economica, politica e sociale è inevitabile e che non si può fare nulla per cambiare se non quello che ha già promesso che farà il partito ci sono ancora persone che rifiutano in blocco i pilasti concettuali necessari a stabilire il ruolo dei moderni sudditi di una democratura.

Tra le tapas ci sono state tipo 36.000 manifestazioni da quando sono finite le votazioni e anche io le ho viste in pochi giorni e non sono quelle dei pambini delle scuole ma tipo quella dei fabbri che si rifiutano di scassinare le case su ordine delle banche che le rubano con il pieno appoggio della legge e del diritto.

E se uno pensa che le manifa non sono servite a nulla allora dovrebbe mirare ai piani originali europe* per capirne la portata.

Bubboni però ha un pensamento aggiuntivo. L'ingiustizia è inevitabile in strutture strutturalmente ingiuste, ad esempio i militari e le guerre di pace. Ma non è inevitabile che queste strutture esistano ed è ingiusto non rifiutarle.

Così è bello quello della famiglia. Rifutare che l'ingiustizia sia inevitabile è un grandissimo merito e, come quelle cose belle che valgono, ha un grandissimo costo.
 Troppo bubbo!