22 gennaio 2013

Comè finita
Qualche tempo fa miero appuntato degli appunti su che legge di lezioni avrebbero fatto nelle pizze. Qui mi appunto comè poi finita.

I punti rilevanti per la legge pizzaiola che dicevo erano:
1) che mantenga il prilegio che il partito sceglie a casa sua (e sa prima) chi cè e chi non cè, senza che il popolaccio ci metta il becco o che critichi il partito;
2) che sia parte delle azioni contro il noto comico.

Ipotizzavo che si potesse fare una legge simile mappoi il partito ha deciso che era meglio la legge attuale per raggiungere ambo gli obiettivi.
Effettivamente non è facile mettere che chi vince (relativamente) prende tutto, come vuole la propaganda sul maggioritario, la governabilità e tutto, quando chi vince non si può affatto escludere che sia il noto comico.

In altre nazioni il problema si risolve manovrando il peso dei voti su base regionale, ma la situazione di frammentazione pizzaiola di fatto, ma che non si può assolutamente dire, effettivamente non lo consente.

Non aggiungo ipotesi su come si poteva almeno provarci, che non sisà mai, mami pare bubbo vedere come i pizzaioli sembrano rassegnati anche sulla mancanza di messa in discussione dell'effetto del non-voto.

Da tante parti i bubbini si chiedono se il non-voto non debba diventare un problema per i partiti (in genere determinando una riduzione del numero di principi o dei soldi di "rimborso") e ci pensano i meccanismi, mami pare che tra i pizzaioli li dea non sia comune.

Anche se l'occasione lettorale un po' midà li dea che non so cosa opinano i pizzaioli. La propaganda in queste occasioni è come quando ti sei messo daccordo con la chat eppoi quando ti vedi non ridici le cose e se uno passa di li non le capisce ma perchè erano state dette ma con la chat.
Così mi dicono i pochi pizzaioli che sento che sono preoccupati di cose senza senso o citano dati inventati ma non sempre riesco a capire il messaggio originario della propaganda e quali timori voleva agitare e quali risposte voleva imparare.

Così ancora una volta le decisioni sembrano agitate dalla bubbità, come se lo scenario non fosse già

Troppo bubbo!