16 agosto 2012

Mutatis momentus
Avendo poco tempo per scrivere e più per meditare è inevitabile giungere a bubberie più grosse, ma anche a vedere il complesso e meno il dettaglio che presto si dimentica.

Così dei titoli bubbi della prensa pizzaiola, ritrasformati dalla memoria, poco resta sennon che a credere nel liberismo sono poi più quelli che lo criticano che i veri liberisti, intenti a comprare oro e a nascondere i soldi in valuta da qualche parte che poi arriva lo sviluppo e diventano tutti ricchi.

Mi ricordo che i pizzaioli celebravano un fascista innovatore (sembra impossibile che un fascista innovi, ma l'idea di uccidere i civili con i gas o le deportazioni e i massacri furono innovazioni grandissime nella pratica delle guerre, incluse le moderne guerre di pace, e furono passaggi essenziali per la historia della seconda guerra mondiale) con oltre 127 milaeuri di soldi delle tasse senza che nessun altro ente nutrito con le stesse risorse si permetta di verificare gli scontrini (pratica che, a quanto pare, riguarda solo chi paga e non chi butta). O anche che un nominato politico opina che non cè possibilità per le imprese che si trovano a competere con imprese soggette ad altra tassazione di sopravvivere, se non coi soldi dello stato (che per averli alza la tassazione, e che quindi non permette alle imprese che si trovano a competere [ad libidum]).

Ma gli dei hanno accecato gli iniqui. Così il memoriale del fascista non è che un costosissimo ed architettonico pisciatoio e la paura creata da uno degli economisti che in europ* si classifica tra i primi cinque e forse nel mondo tra i primi dieci inquanto ad idiozia (ma si può essere anche più ottimisti) non lascia spazio alle vecchie ricette.

Infatti lidea liberista che un po' tutti possono competere, chi nei pomodori e chi nei telefonini, è molto ottimista e benigna che non ci sia una classe puppante talmente ladra e fedele ai valori dell'amicizia e della famiglia che si ruba anche i fogli per vedere in cosa competere.

Sono quindi i non liberisti a credere nelle ricette che tagliando i malati, cercando i scontrini, dicendo che tutti i cittadini sono un po' ladri e come tali vanno trattati, poi si diventa tutti ricchi.

Invece è giusto mirare l'avvio della deindustrializzazione pizzaiola. Potrebbe essere cheppoi il livello dei servizi resti allineato a quello dell'industria residua, ma anche che possano rimanere solo i pochi settori che gli esteri non vengono e non gli interessa venire o che non possono scappare. Altrimenti il livello di tassazione non permette l'esistenza pizzaiola quando ci sia un estero che ci interessa quel mercato.

La cosa è già palese nei aerei, nei cosi elettronici, nei libri ma di carta e in altri meno evidenti ma che si vedono.

Così, ancora una volta, sarà la bubbità dei bubbi quella che muove la bubbità delle conomia e tutto.

Troppo bubbo!