17 aprile 2012

Communication on the edge
Non sono venuto qui apposta per vedere la comunicazione 5G, anche perché non si capisce mai se è lecito, ma vedere il futuro delle reti mi ha colpito.

Le donne allungavano le mani, secondo il paradigma delle PAN, per avviare la comunicazione video. Ma ogni tanto avvicinavano le mani alla bocca per facilitare la decodifica dell'audio. Così il loro corpo lavorava come un tipo di antenna evoluto, multimodale e intelligente.

Anche perché, forse in ossequio ai termini della sperimentazione imposti da chissà che autorità locale o nazionale, uno spesso pannello di plexiglass rendeva il video pixellato e sicuramente anche l'audio sarà stato meno cristallino.

La sperimentazione avveniva ai margini della città. Strano, in genere coprivano prima il centro e i ministeri o altri centri di potere, ma qui siamo proprio nel punto più estremo della società e potrebbe essere prematura una ampia diffusione del 5G. Certo i piani ci sono ed è, a detta di tutti, un buon investimento per il futuro. Proprio con la crescita delle disugualianze sociali, l'acuirsi della distanza tra le caste e il trasformarsi della democrazia ci sarà un moltiplicarsi dei poli trasmissivi. Anzi il 5G non arriverà mai proprio nei ministeri e nei centri di potere in genere.

E' il futuro, servono nuovi spazi, lo stato non può esprimersi con così pochi posti a disposizione e molti utenti restano fuori o non sono gestiti come si vorrebbe. Ma i critici non mancano. Il 5G non passa nei nuovi edifici, che anzi sono progettati proprio per filtrarlo, e comunque serviranno altre frequenze perché gli utenti sono in crescita e vogliono tutti parlare insieme.

Effettivamente anche ora parlano tutti insieme. E' una comunicazione semplice, molto meno di un tweet, già vecchio nella sua prolissità. Nomi, parole, saluti. Tutto codificato in poco spazio, con algoritimi che includono anche valutazioni temporali e di tono. Nella direzione opposta la compressione è ancora maggiore. Uno straccio che ondeggia, una mano che esce dalla superficie come un picco nello spettro. Il grosso dei dati è, chiaramente, nella banda non ancora privatizzata dei 400-790 THz.

Chissà. Mi fermo un attimo, poi vado. Li lascio al margine della tecnologia e della società. Mi chiedo se il miracolo della comunicazione sia poi riuscito o se la compressione e l'effetto del filtro che qualcuno ha imposto abbiano prevalso.

Anche perché il messaggio non era mica semplice: "Coraggio", "Ti aspettiamo", "Non fare come gli altri, non suicidarti. Sopporta le botte e le ingiurie che non abbiamo i soldi per denunciare", "Finirà".

Mi giro ancora una volta, ma non voglio spiare la sperimentazione. E forse è illegale anche solo guardare le donne-antenne che si agitano ancora o le mani degli uomini che per un attimo escono dalla grata.

Quelli di Anonymous sono intervenuti anche nel 5G e prima o poi li pescano. Come ritorsione per aver bloccato un qualche sito competente non c'è stata la spesa settimanale dei detenuti. Ma i detenuti si sono lamentati del competente e non di Anonymous.

Sarà che le nuove tecnologie fanno vedere le cose in realtà aumentata. Sarà. Ma a me fanno sentire un po' bubbo, anzi un po'

Troppo bubbo!