31 marzo 2012

Retoricus impprovvisatio
E' bubbo notare, come nel bel mezzo della solita tragedia prevista e calcolata, ci sia un cedimento della retorica ufficiale. E' un po' un fiore in mezzo a quello schifo che è il fatto che il tale sindaco non doveva essere chiaro che il comune falliva (perché glisi rovinava la carriera nazionale o il livello delle sinecura) e allora una serie di danni al futuro della città sono naturali e "obbligati".

Uno di questi è il tossico inceneritore. E' una cosa semplice: si mettono rifiuti, anche riutilizzabili e riciclabili, si aggiunge una fonte di energia non rinnovabile e si ottiene, tra le altre cose, cancerogeni. Il modello di business è altrettanto semplice: più è grosso (cioè tanti più camion portano e importano spazzatura) e più è alto il livello di cancerogeni prodotti (cioè la temperatura è bassa) e tanto più rende.
A questa resa dal modello di business, e qui arriva il sindaco ladro di futuro, si aggiungono i contributi.

Questo è l'inceneritore ma, nella propaganda, si chiama sempre termovalorizzator*. E così lo chiamano amici del partito, pennivendoli e, rintronati dalla propaganda, i sudditi.

Ora, e qui la cosa che mi appunto, cè stato il solito, prevedibile, "incidente". Un morto e, pare, due feriti gravi. Erano operai, nessun politicante è stato coinvolto o stava lavorando in turni esagerati, quindi le notizie sono quelle standard.

Solo che nella furia scrittoria, eppoi in quella ricopiatoria del media, il termovalorizzator* è diventato nientepopòdimeno che un... inceneritore.

Troppo bubbo!