20 gennaio 2012

Commentarius in Apocalypsin
[Questo post è meno bubbo del solito perché temo che il titolo possa attirare bubbi che cercano di sapere com'è il libro da chi l'ha comprato davvero]

Era tempo che cercavo il "Commentarius in Apocalypsin" del Beato di Liébana per leggermelo con comodo ma avevo già detto della difficoltà di trovarne una edizione adatta. Infatti i pochi orginali dispersi per il mondo sono illustrati con bellissime miniature che hanno attirato gli editori di libri d'arte. Quindi ci sono edizioni di qualità e costosissime ma non certo centrate sul testo e adatte alla lettura, almeno per chi non ha una grandissima familiarità con le grafie dell'VIII-XVI secolo.

In alternativa avevo trovato una sola edizione venduta sui soliti siti ma assolutamente priva di commento o anche solo foto della copertina.
(ISBN messi a casaccio tra Vol. Primvm e Vol. Altervm e copertina dura o blanda 9788824030489 9788824030519 9788824030496 9788824030502)

Qui vorrei appuntarmi cosa c'è in questa edizione e cosa fare se uno vuole capirci qualcosa anche senza essere un esperto (di fama, qualcosina bisogna comunque saperlo o prepararsi ad apprenderlo).

Ho poi capito perché l'edizione era priva di commento su tutti i siti. Credo di aver comprato la copia numero 53, insomma non pare un best-seller su cui tutti vogliono lasciare un parere.

Edito nel 1985 dall'"Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato" contiene il testo latino, senza figure o testo a fronte. Le note danno conto delle variazioni ortografiche, omissioni ed errori riscontrati nei vari originali e di qualche appunto utile per la traduzione. Punto. E' in latino (in stile ecclesiastico corrente, il curatore era vescovo a Madrid) anche l'introduzione.

Tanto per dare l'idea di quanto il testo è in latino si consideri che "Parigi" (per i bubbi è la città nota come la capitale dei formaggi) è scritto "Lutetiae Parisiorum".

E' leggibile da parte di bubbo? Difficile dirlo, anche se il testo è comunque in latino bubboniano non solo per le questioni che tratta e la loro prospettiva ma anche per la competenza grammaticale dei copisti.

Ad esempio "Quae tamen non a me, sed a sanctis patribus quae explanata repperi, ..." ha una nota che indica come "sanctis patribus" sia diventato "sanctorum patrum" in 4 fonti e un musicale "sanctorum patrorum" in un'altra.

Per chi vuole leggere il Commentarius, parlando spagnolo, è meglio l'edizione "Obras completas y complementarias de Beato de Liébana. I: Comentario al Apocalipsis. (ISBN 9788479147327)" e anche il bellissimo "Obras completas y complementarias de Beato de Liébana. II: Documentos de su entorno histórico y literario (ISBN 9788479147501)". Qui c'è un bel commento, il testo latino e la traduzione a fronte (appunto in spagnolo). I documenti del secondo volume sono poi davvero interessanti, insomma non è solo un trucco per vendere sfruttando il nome di richiamo del Beato. Ci sono anche alcune delle miniature riprodotte a colori, non come nelle edizioni d'arte ma qualcosa si vede ed è bello.

Ancora tre note più bubbe:
- il Beato era preoccupato che il mondo finisse nell'800 e cercava nell'Apocalisse le "informazioni pratiche" su come sarebbe stata questa fine. E' curioso che, proprio nel 2012, il Bubboni rilegga questi testi e li capisca a modo suo (anche perché è bene ricordare che non ha mai studiato latino e comunque non capisce bene cosa c'è scritto neanche in altre lingue);
- "Beato de Liébana" non è un nome e cognome. Si tratta di uno sconosciuto antico che viveva nel suo tempo, mangiando solo cibo biologico, nel freddo del nord della Spagna, in contatto con un sacco di studiosi in giro per il mondo allora conosciuto. Allora anche se non aveva la chiarezza di pensiero e l'abilità nella scrittura in latino tipica di noi moderni contemporanei è giusto quello che dice il finale dell'introduzione del testo spagnolo. Va visto con simpatia dai futuri, oggi contemporanei, che fanno in fretta a giudicare un suffisso ma che continuano ad essere agitati dagli stessi timori esistenziali e trascendentali.
- le eresie, oggi così facili da identificare e valutare, sono alternative ad una linea di pensiero poi risultata vincente. In realtà molte sono state "incorporate", senza mai dirlo, altre sarebbero state profetiche, altre solo folli. Ma in un mondo dove dire che possono esistere delle alternative al liberismo significa rischiare di prendere qualche manganellata sulla testa forse ci sarebbe da pensare qualcosa, chissà.

Troppo bubbo!