08 novembre 2011

Di cara in cara
Varii sono gli appunti su quello del cara-a-cara delle tapas, che credo di essere conficcato di malavoglia ma comunque tra le pizze che lo abbia visto, ma alcuni appunti sono comuni alle democrature moderne nella loro progressiva regressione globalizzata e allora meli appunto.

1) I periodisti gongolavano per il debate come se fosse una strage o una guerra di pace appena iniziata. Pensavo che quello del bipolarismo e della democratura lo avessero fatto per il neoliberismo selvaggio, invece cè da sospettare che sia per i periodici e i media perché proprio sono nel loro brodo naturale. (nelle tapas non cè pubblicità nella TV di stato, quindi non era per la pubblicità che l'hanno fatto. La pausa a metà al più serviva per le altre TV che hanno quello della pubblicità e anche per andare un attimo a bere o in bagno se uno non è abituato a queste cose che sono come uno streaming ma che non puoi parare un attimo).

2) I contenuti sono, se comparati con il documentale degli indignados o con siti come questo di un primitivo e di un superficiale che dovrebbe inquietare gli elettori. Un po' come vedevo che i pizzaioli (senza rendersi conto del passatismo sottointeso) continuano a dibattere come votare mentre i avanzati si chiedono perché continuare con questa bubberia di votare ogni 4 o 5 anni quando saremmo già abbastanza contemporanei da usare sistemi di consultazione dei cittadini ben più sensati che antichi meccanismi di delega pensati per un mondo di carta e palline colorate. Lo dice il documentale "Si follar cada 4 años no es tener vida sexual, votar cada 4 años no es democracia"e mi pare chiaro.

3) Mi pare che i candidati siano riusciti nel loro rispettivo intento strategico. Peccato che questo non abbia nessuna importanza per i bubbini.

4) Ci sono debolissimi segnali di rivolta contro l'europ*, ma il dominio e la sudditanza prevalgono. Per andare oltre mi do conto della statura politica che bisognerebbe avere.

5) All'inizio il bubbo conduttore ha salutato (nella lingua delle pizze) anche una credo TV (o sitio? ma credo TV) pizzaiola che trasmetteva il programma. Poi nessuno si è ben guardato dal citare ancora le pizze. Hanno anche trovato una classifica dove non era all'ultimo posto ma credo solo perché i dati sui più ricchi pizzaioli sono falsi.

6) Anche se era sulla rete questo sarebbe come la TV: chiedono di essere guardati, fingono di essere veri, vogliono essere considerati rilevanti e senza alternative. Ma per credere che sia anche solo un po' vero bisogna essere bubbi, anzi

Troppo bubbi!