27 settembre 2010

Antiqua libertatis
E' bubbo mirare a come oggi, che tutto è pseudoscienza, che ci sono tutte le liberta democraturatiche, che il bene e la giustizia dominano da decenni però poi non è che si possano dire i [NOMI].

E invece gli antichi, pur senza avere mutande pulite a diario, con i cellulari grossi e i re e tutte le male bubberie, potevano dire anche i nomi e tutto.

Mannoi, essendo giganti sulla schiena dei nanetti del passato, anche possiamo fare e dire tutto ma forse solo prendendo dagli antichi che anche i diritti sono scaduti.

Davanti a me ci sono soltanto distruzione e violenza, dovunque processi e contese.
Le leggi non sono più rispettate, la giustizia non è ben applicata.
Il malvagio raggira il giusto e i giudizi sono falsati.


Detto da Bubboni sarebbe qualunquismo, attacco alle istituzioni democraturatiche, facile moralismo antigovernativo, mancata deferenza alle organizzazioni internazionali che tutto pensano e sempre difendono il bene e il buono.

Invece è un testo vecchio come l'abacucco e nessuno lo può censurare.

Quando ti recherai dal [ULTIMO MONARCA ASSOLUTO], sappi che di norma non ascolta mai il povero, ma favorisce solo chi è generoso nel donare, e se l'offerta gli sembra insufficiente, risponde: "Questo non mi basta!"

Se vogliamo ben vedere, il [TALE DI PRIMA] è chiamato in questo modo perché lui solo vuole papparsi tutti i beni altrui...


Ah, antiqua tempora, novella verbis! Poveretti che non si potevano espressare perché erano tutti bui! Non come oggi che sarebbe reato di sberleffo a potente o quello che è ma che si può dire con le parole antiche!

Troppo bubbo!