22 settembre 2009

El malo
Già commentavo come una moderna industria si inspira tanto alle tecnologie di vendita della criminalità, ad esempio con politiche di fidelizzazione forzosa e nascosta (come fanno le droghe per via chimica) o con minaccie di danneggiamento dell'intorno sociale se non acquisti il tale prodotto (come fanno i criminali con il ricatto).

Ma fin qui andrebbe bene, ci si abitua a leggere il fineprint, a non comprare servizi e cose se non hai voglia di combattere con il call center e a sapere che il prezzo non include tutto lo sforzo che ci metti tu per farlo andare come vorresti che andasse.

Quello che però mi infastidisce tuttora è quanto la monderna industria vuole proprio impararti come si vive, per quali valori, con quali ideali, ecc. Cioè quando l'industria non fa il criminale ma fa la parte della chiesa o dei filosofi.

Vabbé un poco hanno ragione anche loro. Dopotutto sono i centri commerciali i più importanti centri di socializzazione dei pampini rompipall*, quelli a cui i loro allevatori demandano l'imparazione di concetti complessi e sofisticati come "guardare i prezzi", "cercare la marca", """""scegliere"""", "passare il tempo libero", "divertirsi", "immaginarsi con il prodotto", "gestire il denaro", ecc. ecc.

Però se vado in un coso di mobili economici mi pare sovrabbondante che devono insegnarmi il valori di superare le piccole difficoltà, di seguire le istruzioni ma di essere anche un po' (poco) creativo piazzando da solo i pomelli, di scoprire il cibo di un popolo lontano (che comunque mangia bene, adoro davvero i frutti rossi sulle polpette nonostante la faccia che fa il servitore). Il tutto con odiosi cartelli a prova di bubbo e frasi bubbe servite con la bubbità del traduttore che non capisce il contesto.

Io Bubboni sarei qui per soluzionare problemi complessi, per inventare un arte che raccoglie tensioni complesse e multiformi, per capire l'anima profonda dei popoli forgiata dalla storia di secoli e non per sentirmi imparare dove trovo il codice del prodotto.

Questa svalutazione della grandezza del bubbo mi ha reso ribelle, più di quanto loro stessi possano prevedere. Distruggere la macchina perfetta che hanno pensato su basi razzistiche e commerciali è diventato un obiettivo, anche seppoi compro da loro lo scatolone di legno dove metto i libri.

Così quando questa sera conteranno e faranno la punta alle matitine non mi stupirei se ne mancasse una!

Troppo bubbo!

2 Comments:

Blogger G. said...

Una sola? Lei mi fa passare per un sovversivo ingordo :o)

22/9/09 09:23  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Ah, il demone del consumismo ti ha preso l'anima!
Ti consiglio di donare l'eccesso ai poveri analfabeti alla prossima iniziativa benefica!

22/9/09 10:01  

Posta un commento

<< Home