13 agosto 2009

Priorità
Credevo che tutti sapessero che quando si sale su un [MEZZO DI TRASPORTO] del tale paese è essenziale ricordarsi quali porte si aprono e quali no. Da anni di privatizzazioni infatti non è affatto detto che tutte, o molte, porte si aprano e il rischio di viaggiare più del voluto è concretissimo.

Amici mi narravano delle loro disavventure nel tale paese e di come, dopo la solita corsa verso un'altra porta che non si apre, ecc. ecc. abbiano tirato la maniglia di emergenza. La porta non si apre lo stesso (ovvio, in caso di pericolo potrebbe essere una via di fuga) ma è arrivato un omino incazzatissim* a riposizionare la maniglia.

Il tutto senza che nessuno degli indigeni, anch'essi danneggiati dal criminale trasportatore, si lamentasse, gridasse, insultasse, reagisse o tentasse minimamente.

Mi chiedevo se anch'io finendo da quelle parti vedrò la stessa gente deambulante ma sotto anestesia e, quindi, lo stesso imperio dell'ignoranza e dell'aretratezza politico-economico-organizzativa. Il tutto in mezzo a mille disservizi e luridume, ma dove il problema non è il fatto (a cui sarebbe facilissimo rimediare) ma l'assenza di reazioni.

Tutti gli esteri si chiedono come fanno quelli li ad aver votato il tale, mappoi uno li vede nelle loro bubbe aspirazioni, nella loro passività sconcertante e inizia a capire e a cercare come togliersi da quell'irreformabile situazione.

Troppo bubbo!