06 luglio 2009

Quanta cura
Ah, che raro come alle volte cose belle e cose bubbe sono trascurabili da sole, ma nell'insieme disegnano paesaggi di rara bubbità. Ma io non so comporre con questi colori, cosi mi appunto due cose e le lascio lì, a memorare.

1) Quanta cura l'euroburosauro nei confronti dei suoi figli pampini rompipall*! Ora la legge taglia la testa al salvagente affinché sia un serio strumento salvavita, da usarsi con la supervisione di un adulto trainato nei sette mari e che il senso di colpa per lavorare dovrebbe tenere vigile in cada momento che il pampino è anche solo a meno di 1000 metri dall'acqua. Acqua limipida, eurochimica, splendente ai raggi BUBA delle ferie, ma talora poco rispettosa delle euroleggi e, quindi, pericolosa.
E lì, tra l'ombrellone e l'infinito selvaggio marino arriva la legge e rassicura e conforta. O, male che vada, permette di far causa e riscuotere l'equivalente in denaro del pampino, sempreché si sia conservato lo scontrino e il bollino certificante che era un prodotto eurobubbo.

2) Tra tante morti, chissà perché, morire nella notte nera, al freddo e annegati, a me spiacerebbe. Sarà per l'abitudine alla bussola, sarà perché non è che muori zac! secco! ma con tempo e pensieri, ma mi pare brutto. Eppure è una morte popolare, non si saprà mai quanto ma almeno 8.000 in dieci anni l'hanno scelta o, almeno, l'hanno trovata. Così nel mare, prima di arrivare alle porte dell'eurofortezza, privi di adeguati strumenti galleggianti e tutelanti.
Certo, non eurobubbi, non cullati dalle amorevoli mani del denaro terziario ma trattenuti malamente dalle rozze manacce dei produttori di materie prime scambiate sul libero mercato, ma tuttavia a sguazzare in quella che è, dopotutto, la stessa acqua.

Troppo bubbo!