09 febbraio 2009

La vita in giuco
Passando occasionalmente dalle pizze sono bubbamente stupito della questione mediatica vitalizia.
Credo che gli indigeni si saranno abituati ma è davvero qualcosa di abnormale.

Vediamo i punti bubbi della cosa, aggregandomi al filone del bubbo commentatore:

- la moderna censura non si basa sul fatto che c'è un bubbo che versa inchiostro nero sulla cartapecora o (solo) su espliciti foglietti firmati che dicono cosa dire.
Si basa
1) sull'autocensura a tutti i livelli, in particolare quelli bassi
2) sulla scelta dei temi (non è vero che questi "fanno vendere" e altri no. E' al contrario: questi "si fanno comprare" e altri no). Non è che il maltempo tutti lo comprano e che piace a chi si è comprato il pennivendolo.
3) sulla selezione "a priori" delle cose dicibili applicata senza bisogno di puntuali telefonate. E questo è come nei tempi passati. Ad esempio la pellicola "Niente di nuovo sul fronte occidentale" non fu contestata solo dai nazi ma anche nei paesi democratici dell'epoca. La posizione antimilitarista non era e non è accettabile, ad esempio.
4) non scontentare gli amici e i benefattori. Siamo in un mondo bubbo ma i grandi valori dell'amicizia, della famiglia, della salute propria e dei propri cari restano vincolanti e forti. Pecorelli, Alpi, Politkovskaja restano tra i grandi incompresi di valori profondi anche tra i potenti.

Ciò premesso se c'è una cosa, anzi la sola cosa, che gli fastidia ai politicanti è il non essere presi in considerazione. Una volta non passava, ma ora che lo stato si occupa sostanzialmente solo (in pubblico) di scontare frigoriferi, porte e finestre, auto e SUV, distribuire carte di credito ricaricabili, ecc. anche lo stato è finito come gli altri enti che non hanno senso naturale. Come già visto se uno non ha senso naturale ha un solo scopo ed è di non sparire dimenticato. Quindi lo stato non è che gli importa la vita, altrimenti ne avrebbe da salvare tante facilmente e in buona salute di tutti i colori, ma gli preme essere ricordato.

Così vuole la legge e si ribella se non gliela lasciano fare. Analogamente la tale chiesa ha perso il senso naturale già molti anni fa, quando vigevano altre dinamiche, ed è preoccupata di non essere ricordata spesso. Quando potevano far licenziare e non assumere, quando potevano mandare all'inferno, quando potevano far bruciare e far torturare, allora sì che erano contenti e amati e ricordati. Oggi devono lottare per lo spazio mediatico e mentale e anelano ad una alleanza con altre chiese che sono il potere e odiano quelle che non sono pesantemente invischiate.

Insomma chi cerca la vita non è chi è già morto da un pezzo ed è tuttora amato, ma chi potrebbe essere trascurato perché non abbastanza bubbo da essere sempre tra i piedi.

Troppo bubbo!