30 settembre 2008

Bellus evitatio
Già mi ero appuntato che unadelle più importanti notizie dell'anno non era stata molto evidenziata dai media di guerra. Ma non perché tutti i media sono coinvolti nella guerra bensì perché per sostenere lo sforzo bellico in corso è essenziale l'idea che solo la guerra soluziona le controversie internazionali. Così quando la guerra viene evitata i media globali devono far sparire il tutto sotto il tappeto.

Non è una novità, anche prima della seconda guerra era esattamente così. Tutti i governi temevano e uccidevano inanzittutto gli antimilitaristi, nascondendo film e libri che parlavano di possibilità diverse dalle armi per risolvere i problemi che le armi della guerra precedente avevano creato.

La guerra doveva essere inevitabile per non essere evitata, e questo è già un risultato della propaganda e non un dato di fatto piovuto dal volere degli dei.

Così adesso, giusto prima delle elezioni, avevano pensato ad un colpo di stato vecchio stile. Tutto era pronto, pennivendoli compresi, ma il gioco non è riuscito. Ora in qualche nazione si leccano le ferite, lamentandosi che nella tale nazione il presidente non è stato ancora ucciso o che nella tal'altra non hanno accettato di farsi derubare dai soliti democratici volenterosi.

In tempo di pace sarebbe una notizia a prima pagina, ma in tempo di guerra non si deve dire che le cose possono cambiare, e in meglio, senza armi, torture, scomparsi e rapiti come usano gli stati democratici quando vanno in ferie all'estero.

I libri di storia del passato scandiscono il tempo con le guerre, chissà se quelli del futuro registreranno i tentativi evitati di avere conflitti armati inevitabili. Intanto quelli del presente evitano, con sommo dispiacere, l'evitabilità dell'inevitabile.

Troppo bubbo!