16 agosto 2008

Post-visita: un linguaggio uguale - ancora oltre
Andrò una domenica, un po' per la gente ma soprattutto per evitare le scuole. Non sopportavo i pampini rompipall* una volta, figuriamoci adesso. E poi non voglio che mi ritengano responsabile di non aver fatto ciò che andava fatto all'epoca. Loro che non sanno!

Prenderò l'autobus e poi il tram. Soliti cartelli bubbi sui tram, c'è ancora scritto "Carcere" come destinazione! Sono tre anni che non c'è più! Cioè c'è ma è vuoto, a parte la mostra.

Anche qui, come nell'ex-lager c'è ancora il cartello "antico" e la targa con gli orari della mostra. Solito biglietto gratuito, solita cartina.

L'edificio pensato come "moderno", poi il sovraffollamento, gli ampliamenti in varie fasi, sempre inutili.

Le condizioni di "vita", quella volta che la censura non soppresse le parole di un avvocato che alla radio ricordò che con il caldo estivo la situazione poteva peggiorare ulteriormente, le misure "alternative" dell'epoca e la loro limitatezza, i suicidi mai rilevanti sui media. La criminalità alta, i media che ragliavano la vendetta verso i rei, c'era ancora la pena di morte in tanti stati giustamente chiamati "democratici"!

Poi una stanza con da un lato i diritti e i fini "teorici" e dall'altra la situazione reale, per anni e anni. Un vuoto della democrazia, un'aspettiva di vendetta bestiale e inutile. Un garantire che chi entrava non sarebbe mai uscito del tutto e per tutti. Poi la ridicola situazione dei minori, stretti tra famiglie inconsistenti e una legge che vedeva nella famiglia la soluzione a tutti i mali, sempre e comunque.

Il ruolo dei [NOME PROFESSIONE DI ENORME POTERE]. Con una parola potevano liberare o condannare chiunque, negando qualsiasi aiuto, senza che venissero mai considerati responsabili di errori tragici. Laureati a sento ma avevano un potere perverso e illimitato, non certo come i giudici schiavi della legge o come i politicanti schiavi del "capo". No, loro potevano dire "attimo di follia" e liberare chi avrebbe nuovamente ucciso, oppure "profilo aggressivo" e cacciare nel girone infernale chi era semplicemente stufo del loro strapotere incontrollato. Potevano togliere un bambino alla sua famiglia o ricacciare un bambino nel suo inferno domestico, senza mai dover rispondere dei loro frequenti errori e della loro arroganza da ignoranti.

Poi un bello schema 3D di come si è superato il carcere, quello solito con mille azioni di mille soggetti per giungere al risultato che conosciamo. I primo poster che spiegavano la cosa, già ingialliti. Li ricordo! Quante cose da fare. I faccioni del comitatone che pensarono al programma, appesi al muro sembrano ebeti, ma li avevo senti in una conferenza. Che chiarezza di pensiero! E furono anche bravi a coinvolgere la società civile nel progetto.

"Ero in carcere e mi avete visitato", vabbé un po' di retorica spicciola, le canzoni, i video, ecc. Ah, ci sono anche le vignette di prima, quelle con il carcerato con il pigiama a righe e quelle di dopo. E i primi che dicevano che si poteva anche sopprimere il carcere, i blog, e la derisione e la condanna.

Già ricordo com'era con la democrazia. Sembrava che tutto si potesse cambiare, ma in realtà non si poteva mai cambiare niente in meglio.

Ecco i pampini rompipall*, anche la domenica! Avete poco da guardarmi come se fossi io il colpevole. Io ero contro da ben prima del comitatone, ma che potevo fare? Voi che a scuola ancora confondete il nazismo con la democrazia e non sapete mai dire chi è venuto prima e chi dopo! Voi non avete vissuto sotto la democrazia, che ne sapete di cose che non cambiano e di censura e di media manipolati! Ora è facile dire: "bastava che tutti facessero la loro parte e si potevano 1) avere meno delitti 2) punire i rei 3) avere tutti tutti i diritti, senza i soliti buchi neri come erano le carceri", ma allora...!

Vabbé, ho finito il giro. Me ne torno a casa, contento che quell'epoca balorda è finita per sempre e questa mostra presto sarà incomprensibile per i pampin* come lo era allora pensare di superare il carcere.

Sarà troppo bubbo!