27 gennaio 2008

L'inganno della legge
Spesso riscontro come la bubbità sia sottovalutata o sopravvalutata anche da bubbi normalmente equilibrati. Ad esempio mi capita di ricevere le solite mail spammatorie della bambina malata che se manda tot mail la curano, altrimenti la lasciano crepare tra i tormenti. E' chiara un'aspettativa di bubbità del mondo che sembra eccessiva anche al medesimo Bubbo Bubboni.

Vicevesa quando si parla di legge elettorale democraturatica c'è un'aspettativa di equilibrio, razionalità e martellatura del proprio partito che mi sembra bubbamente esagerata.

Ho visto personalmente come e perché fu fatta la prima riforma bubba della legge elettorale (quella della raccolta firme per evitare nuovi partiti) e riscontro come gli obiettivi e le speranze di quella riforma sono ancora attuali.

Per il partito più grosso della """sx""" la legge elettorale serve essenzialmente a due cose:
1) far fuori i partiti piccoli della medesima area di """sx""" che non hanno voluto confluire volontariamente nel partito grosso che ha sempre le porte aperte per chi abbassa le penne e accetta la sottomissione ai capibastone del momento;
2) una volta vinte le elezioni evitare che qualche rompicoglion* dia fastidio al gruppo dominante.

Per capire bene perché questi punti e non altri occorre capire bene che nel tale partito la maggioranza opprime selvaggiamente la minoranza. Vige il "guai ai vinti" più feroce e questo condiziona molto gli assetti interni ed esterni. Ad esempio chi vuole essere capone ma è della corrente che ha perso deve esiliarsi fino a tempi migliori, altrimenti viene massacrato e, quando gira la banderuola, non potrà sperare di vincere.

Per i fasci la cosa è più complessa, ma la riforma della legge serve sostanzialmente a vincere senza tanto sbattimento e senza spendere troppi soldi.

Ciò premesso l'idea stessa di riforma della legge elettorale fatta dai partiti è priva di senso logico/cossuttazionale rispetto alle balle sulla divisione dei poteri, la democratura moderna, ecc. Solo che anche i bubboni cossuttazionalisti hanno la bocca sotto il naso e quindi tacciono cautamente. Come possono i partiti (e i relativi capibastone) fare una legge che li danneggi? Al più possono sbagliare la previsione su cosa li danneggia ma non fare qualcosa contro se stessi!

Quale riforma si può avere quindi per lo stato pizzaiolo?

I cardini sono cinque:
1) far fuori i partiti rompipall*, troppo a dx o troppo a sx;
2) ridurre il numero di votanti, che i voti costano e i pizzaioli è meglio se restano a casa;
3) non negare le balle sul maggioritario e la governabilità che i bubbini si sono bevute e ora non mollano;
4) premiare la fedeltà;
5) i capibastone devono avere il controllo TOTALE sulle liste e sugli eletti, altrimenti non possono premiare la fedeltà.

Il quarto-quinto punto sono i più importanti. Oggi i partiti sono fatti di persone fedeli e leali a chi le ha messe in lista e fatte eleggere. Salvo qualche raro errore che tutti si affrettano a condannare. Una volta poteva interessare che l'appartenza alla propria area oppure un minimo di presentabilità: oggi il problema è trovare bubbi che non mordano la mano che li ha messi in lista e, quindi, fatti eleggere.

La situazione delle pizze è molto diversa da quella delle tapas dove i voti mobili non sono al centro ma nell'astensionismo. Quindi da una parte interessa far fuori gli estremisti che spaventano i pii bubbi al centro, mentre dall'altra interessa spingere al voto i bubbi pantofolai.

Tutto è chiaro tranne una cosa. Molti pizzaioli si aspettano che la riforma elettorale parta da basi (astratte) di equità e giustizia. Non riesco a capire perché. Sarà un modo per non intristirsi? Sarà per ritrovare coerenza tra le balle del maggioritario e la realtà, evitando di constatare la propria bubbità? Boh, alle volte la bubberia diventa oscura agli stessi bubbi che l'hanno creata.

Troppo bubbo!