31 dicembre 2007

Sogni e speranze
Ho visto un ufficio che sembrava essere un avanzo di un esperimento sui viaggi nel tempo. Non solo perché lo stabile è uno dei primi crimini del famoso architetto che ho avuto la sfortuna di contemplare in vita mia, ma perché alle pareti c'erano avanzi di pubblicità della primissima Internet.

Che strano! Quelle speranze di rete per tutti e a basso costo si sono realizzate (bene o male), però a questi sogni è rimasto appiccicato il disastro delle telecomunicazioni pizzaiole.

Nello stabile restistono vecchie insegne di società già acquistite, vendute, scorporate, fallite, esternalizzate uccise. Apparati tecnologicamente avanzati ma gestiti senza quella "classe" (e quella pulizia) che c'era nelle vecchie centrali che ho visto da bambino. Ora tutto è ISO, percarità, e tutto è un cagnaio di fili e fibre tirate sul pavimento tra scatoloni impolverati e vecchi apparati scollegati ma non rimossi. Batterie di backup nel cesso, telegestione e casino da lavori esternalizzati più e più volte e mai controllati. Allarmi che nessuno guarda più (perché non c'è nessuno a guardarli), sott'occupati interinali che non sanno e non vogliono sapere e una cupa collezione di tecnologie e offerte commerciali sballate da arrchivare e dimenticare.

L'idea che poteva andare diversamente rimane, un po' come le orrende costruzioni bubbe qui di fronte. Uno spazio enorme, si potevano fare splendide casette integrate nel tessuto urbano. Invece è arrivato un sindaco bubbo, un famoso architetto e lo spazio è stato coperto di cemento e merda a perdita d'occhio.

Ma tra poco è un'altro anno. Sarà altrettanto bubbo?

Molto più bubbo!