04 settembre 2007

Tasse alla pizzaiola
La compilazione del modulo (circa 44 pagine) delle tasse delle società pizzaiole è un po' un ripasso delle notizie di fisco-politica dell'anno prima, oltre ad essere una riprova tangibile dei sentimenti di amicizia dei politicanti.

Il bubbino potrebbe pensare che le tasse siano una roba tipo:
imponibile x percentuale_imposta = tassa_da_pagare

Il buon governo pizzaiolo bubbamente però lascia costante la variabile, cioè non tocca quasi mai la percentuale_imposta, e varia i dati che dovrebbero essere "da bilancio" e "da calcolo".

Quindi a seconda di vari fattori l'imponibile sale o scende e, inoltre, la tassa può essere ridotta "post-calcolo".

Mi segno qui alcuni esempi bubbi di variazione dell'imponibile:
- lavoratori apprendisti, ricercatori, laureati specialistici, carcerati, giovani, femmine e sfigati in genere possono determinare delle riduzioni;
- farmacie montane, imprese in montagna e parzialmente in montagna, tessiori, titolari con meno di 40 anni, conciatori, vigilantes, information technology e volontari sono avvantaggiati ma solo in alcune regioni;
- qualsiasi cosa capiti gli agricoltori sono favoriti;
- marinai, assicurazioni, cinema, taxi, giovani calciatori, agricoltori che fanno pubblicità e consumatori di alberi morti sono trattati in modo particolare;
- caro petrolio, acquirenti di bilance, imprese che si concentrano, imprese che aggregano culturalmente, pallacanestro, ambulanze, software per farmacie, contatori della luce, rottamazione ma anche acquisto di auto-moto-autocarri tutto vale per risparmiare;
- siccome nella regione tale non c'è il metano... meno tasse.

Però chi vende pornazzi (tassa etica) paga di più! Viceversa chi fabbrica e vende armi paga uguale, sempre che le armi non le costruiscano cooperative sociali di donne e carcerati perché allora è tutto un risparmio.

Troppo bubbo!