12 marzo 2007

Obbedienza e bubbità
Il discorso tra fedeltà al partito e libertà del bubbo politico è sempre bubbico.

Uno dei tanti motivi per cui le moderne democrature andrebbero aggiornate è proprio non aver mai chiarito il senso della delega in un mondo di rapidi cambiamenti.

Chi può avere davvero un programma a quattro anni? Per quanto ci si possa chiudere nel palazzo può succedere che un attentato, una crisi economica, una nuova guerra, l'affermarsi di un nuovo capobastone, una ventilata alle gengive, qualche scandaletto non sopito o altre menate alterino il pigro corso di una legislatura e richiedano di pronunciarsi su temi non codificati dall'antico programma.

Inoltre gli eletti non dovrebbero essere solo dei pupazzetti spingibottone telecomandati dal capogruppo ma, teoria delle teorie, dovrebbero anche essere in grado di agire attivamente per la propria rielezione (e, occasinalmente, per altri fini nobili).

Eppure vedevo distrattamente su un quotidiano della """sx""" che il libero e selvaggio agire del parlamentare che non ossequia gli ordini del suo capo è un bubbo traditore e maligno.

Forse basterebbe ridefinire il concetto di "presenza" per risolvere il problema. Se il pulsantino è premibile dal capo si può ritenere che il bubbo sia "presente" e quindi il voto va come ha deciso il capo. Se, viceversa, il parlamentare si oppone al capo va considerato come "assente" e il voto non va contato.

Oh, due righe sul regolamento e la democratura riprendebbe a funzionare più spedita.

2 Comments:

Blogger .mau. said...

Caro Bubbo Bubboni,
la tua analisi è acuta ma a mio parere manca di un dato importante. A questo giro, la democratura ha deciso che sarebbero stati i capi stessi dei bubbi a decidere quali di essi avrebbero dovuto spingere il bottone. Quindi è giusto che si lamentino quando poi non schiacciano il bottone giusto.

12/3/07 22:29  
Blogger Bubbo Bubboni said...

Ach! Bravo bubbo! Non solo hai ragione ma il tuo commento evidenzia anche la somma grandezza del libro "Pinocchio", ove un burattino si ribella.

Poi, essendo un racconto di fantasia, il burattino diventa anche buono e saggio...

12/3/07 23:07  

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