03 novembre 2006

Sbatti il mostro in prima pagina
Ci risiamo. Per tutte le """nuove""" tecnologie la stessa storia.

1) Prima gli articoli sono solo sui giornali extrabubbi e va tutto bene, si parla di feature, limiti, scenari d'uso improbabili, ecc. Il succo è che tutto dipende dai prodotti e comunque la prossima versione dello standard aggiungerà quello che ora, palesemente, manca ma che non c'è stato tempo/voglia di implementare.
2) Poi tocca ai giornali di massa e la tecnologia viene criticata, in genere perché è inutile, ha mille competitor o insicura. C'è anche la variante politico-localista per cui la tale tecnologia si usa solo tra le pizze, gli altri sono già più avanti.
3) Poi è il turno dei giornali tecno-divulgativi che pubblicizzano il prodotto che la implementa in finti articoli.
4) Da ultimo ritornano i giornali di massa per dire che la tale tecnologia è sì diffusa ma altre avanzano e i vip ne sono al corrente.

Ora è il turno dell'IPTV vs DTT vs. MobileTV vs. satellite vs. analogico vs. videoplayer portatili vs. PVR vs. DVD vs. VHS vs. filmini 8mm vs. diapositive vs. cinema muto.

Tutti a ventilare i polmoni con bubberie. Basterebbe che chi conosce la tecnologia si informi sul biz, chi conosce il biz provi a usare i prodotti (se e quando ci sono) e chi non capisce nulla si informi senza parlare.

Non è che l'IPTV è la versione evoluta del DTT o viceversa. Non esisterà sempre e comunque una competizione dato che, in genere, i player (oltre ad essere i padroni del giornale) sono anche detentori di una sola delle tecnologie/frequenze/reti.

L'affermarsi sul mercato dipende dalla forza dei player, dai prodotti, dai tempi, dalla comunicazione eppoi, forse, un po' ma poco dalla tecnologia.

Certo tranne i casi di tecnologie bubbissime, ma su questo gli esempi di digitale sono abbastanza allineati: lo zapping è un disastro, appena cala il segnale non si vede nulla (cioè non degradano dolcemente come l'analogico), il ricevitore ha un'interfaccia umana disumana progettata da un torturatore professionista. Insomma il solito mondo bubbo, non è lì che si fa o si perde il mercato.

Troppo bubbi!