25 settembre 2006

Autentica pizza
Uno dei temi con cui i pennivendoli ventilano sempre volentieri le gengive è la necessità che la tale azienda rimanga italiana.
Quando poi il nuovo inserzionista pagante è estero i pennivendoli si chetano, ma non prima di aver venduto il loro pezzo di pagina.

Ma quale azienda è italiana? Non può dipendere dai capitali che sono sempre internazionali e privi di odore, non dalla nazionalità del grande bubbo altrimenti sarebbero italiane società assolutamente estere (anche se il principio che la nazionalità del re si estende ai bubbini è valido), non dal dove si pagano le tasse altrimenti mezzo listino è apolide o marziano e neppure dalla nazionalità dei bubbini lavoratori che vanno spesso dall'est all'estremo est senza passare per la pizza (e poi i bubbini non possono essere un criterio).

Ad esempio una nota compagnia, fallita contabilmente ma mai morta, cucca soldi dallo stato solo perchè i caponi sono italioti e praticano il magna magna ad altissimo livello. Più pizzaiollo di così!

Altra classificazione ci vorrebbe: aziende italiote, eurocazzat*, globalbubbiche e troppobubbiche. Almeno così le definizioni sarebbero bubbe e condivise.

Inoltre esprimere la speranza che la tale azienda resti italiota o sia troppobubbica non dà solo un idea militar-calcistico-patriottica ma riassume tutto un piano industriale, la relazione con i clienti, i valori, la mission, il livello di pulizia dei cessi e quant'altro caratterizza un'azienda.